Intervista ad Alessandro Lay, Festival dei Tacchi 2018




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Summary: <p class="wp-block-subhead"><strong>Riva Luigi ’69&amp;’70</strong>: il <strong>Cagliari</strong> ai di dello scudetto, questo il titolo dello spettacolo di <strong>Alessandro Lay</strong> presentato al <strong>festival dei tacchi.</strong></p> <p>Parla proprio del mito cagliaritano <strong>Gigi Riva</strong> lo spettacolo, presentato per due giorni da <strong>Alessandro Lay,</strong> all’interno del festival. Nonostante l’interprete si professi un<strong> ateo</strong> del <strong>calcio</strong>, non è rimasto indifferente ad una figura così di spicco nella nostra città. Al contrario ci racconta attraverso gli occhi dello sportivo come le parole che la gente usava, la vita e la sardegna stessa, fossero così diverse da come la vediamo oggi. Tutto è cambiato.</p> <p>Quando Il <strong>Cagliari</strong> vinse lo <strong>scudetto</strong>, ci racconta Alessandro, lui aveva solo 8 anni e non ricorda bene quel fatto in particolare, ma ha ben impressa nella memoria la città, i vestiti e gli <strong>album di figurine Panini</strong> che tutti i bambini collezionavano. Cosi come ricorda il ragazzo schivo e timido dal nome <strong>Luigi Riva</strong> che non apprezzava la notorietà. Oggi verrebbe definito “<strong>anti-star</strong>“, allora era solo un ragazzo che parlava poco, perchè al posto suo parlavano i suoi gol.</p> <p>Un lavoro di ricerca non indifferente quello di Alessandro che è riuscito tramite le interviste e le <strong>testimonianze storiche</strong> a riportare in vita una delle figure più influenti di cagliari negli anni che furono.</p> <p>Una produzione Cada Die Teatro, di e con Alessandro Lay, con le luci di Giovanni Schirru , il suono di Matteo Sanna e le scene di Mario Madeddu e Marilena Pittiu.</p>